Progettare un ufficio con l’Evidence Based Design

Gli ambienti di lavoro e di studio sono (oltre agli ospedali) quelli in cui maggiormente si esprime l’Evidence Based Design. Questa disciplina infatti, declinata nell’ambito ufficio, mette l’utente al centro delle scelte progettuali per garantirgli durante l’orario di lavoro benessere, comfort, concentrazione.

Un miglior contesto crea maggior soddisfazione, presenza, lucidità e, di conseguenza, anche maggior produttività.

I datori di lavoro più illuminati lo sanno. E’ per questo che negli ultimi anni, la tendenza ad un approccio life-based è diventata centrale nella progettazione degli spazi di lavoro.

In ogni caso, anche senza stravolgimenti eclatanti, ritengo che l’ambiente di lavoro debba necessariamente essere visto come uno spazio in continua evoluzione. Le manutenzioni frequenti, anche con piccoli cambiamenti, fanno percepire ai dipendenti che l’azienda desidera investire sul loro benessere e sul loro comfort. Sicuramente migliorano la permanenza nelle ore che trascorrono in sede.

ufficio Evidence Based Design
Woodsbagots_Quadrant Energy Office in Perth – Fonte Pinterest

Progetto e tipologia di lavoro: spazi operativi e rappresentativi

Innanzitutto, è bene inquadrare di cosa si occupa l’azienda e quali sono le sue esigenze.

Ogni ufficio ha le sue caratteristiche e necessità. Ci sarà un determinato numero di lavoratori e, a seconda del core business, ai lavoratori verrà chiesto un apporto e un approccio lavorativo diverso.

Nuovi spazi generano nuove modalità e, a mio parere, possono essere proposti senza indugi in contesti dinamici. Vanno invece maggiormente dosati in ambienti conservativi in cui il lavoro implica una certa ritualità. 

In ogni caso, qualsiasi sia la modalità, in tutti gli uffici, anche quelli più piccoli, bisogna considerare la presenza di due tipi di spazi. Ci saranno spazi operativi (la zona lavoro in sé) e spazi accessori, molti di questi aperti al pubblico (reception, sale per incontri, riunioni).

L’aspetto principale da perseguire per questi spazi è la funzionalità e il benessere di chi li vive:

  • pochi arredi, ma di qualità, per non saturare visivamente l’ambiente e lasciare che il flusso delle persone scorra più agilmente;
  • una buona illuminazione;
  • un’ ampia permeabilità tra interno ed esterno, favorendo la presenza di vetrate, l’accesso a terrazze o spazi esterni. Una alternativa sarà quella di portare l’esterno in interno;
  • elevare l’altezza degli spazi interni per rendere lo spazio meno opprimente;
  • introdurre piante e verde, specie nelle zone di lavoro e in quelle ricreative.

In genere gli aspetti di design e di brand-identity si concentrano proprio nelle aree aperte al pubblico. E’ vero anche che in molte realtà tendono a diventare filo conduttore dell’intera progettazione.

E se fosse proprio il benessere di chi lavora il filo conduttore dell’intero spazio lavorativo?

Benessere negli spazi di lavoro

Non c’è un solo ingrediente in grado di indurre benessere negli spazi lavorativi, ma il benessere è dato da più fattori. Sicuramente, oltre alla luce e alla presenza di spazi ampi, c’è il comfort dato da un layout organizzato e strutturato.

C’è poi il benessere dato da un’impiantistica ben progettata, con un adeguato ricambio di aria fresca. Sicuramente grande comfort può dare la presenza di facilities, tra cui servizi aggiuntivi extralavorativi. Ad esempio:

  • la mensa interna (ma a volte basta poter attrezzare uno spazio pranzo con angolo per riscaldare le vivande)
  • la palestra (ma a volte basta dedicare un’area a poter fare un po’ di stretching in pausa pranzo)
  • il nido aziendale (un benefit di grandi realtà o la possibilità di attivare un “nido in famiglia” per più studi e uffici della stessa zona).

Sicuramente aumentare la prossimità fra lavoro e vita personale agevola i lavoratori. Permette loro di vivere con maggior rilassatezza. A volte riescono a creare una continuità, che fidelizza ancor di più i lavoratori alla società per cui lavorano.

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Area di ufficio attrezzata per fare stretching durante i momenti di pausa lavorativa – Fonte Pinterest

Luce naturale, aria fresca e presenza di verde

Assodato che il benessere è dato da un insieme di fattori, allo stesso modo studi hanno dimostrato quali sono gli elementi più graditi dai dipendenti.

La luce naturale

Secondo una ricerca pubblicata sull’Harward Business Review 1 condotta su un campione di 1614 dipendenti di aziende nord americane, il singolo fattore ambientale più desiderato per chi lavora in ufficio è l’apporto di luce naturale.

Questo non stupisce, se pensiamo che trascorriamo l’89-90% delle nostre giornate in ambienti chiusi. La luce naturale è l’elemento che ci mette maggiormente in contatto con l’esterno e che regola il ritmo circadiano, quindi agisce direttamente sul nostro benessere.

Molta letteratura scientifica dimostra i vantaggi dell’apporto di luce naturale sui lavoratori, misurando, con diverse ricerche, i miglioramenti sul fisico prodotti da una buona illuminazione naturale: sulla qualità del sonno2, sulle condizioni fisiche di salute in generale 3, sull’umore e sulle performance lavorative e sull’appagamento professionale dei lavoratori. 

Dal punto di vista progettuale, per far sì che venga massimizzata la luce in un ambiente di lavoro. È necessario sfruttare quanto più possibile le fonti esistenti, riducendo le schermature, abbattendo dove possibile i divisori opachi e installandone di vetro. In alternativa, ampliare le aperture esistenti o aprirne di nuove, come, ad esempio, un apporto di luce zenitale ottenuta con finestre in copertura. 

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Illuminazione naturale: beneficiare dell’apporto di luce esterna puntando, ad esempio, sulle partizioni vetrate – Fonte Pinterest

La ventilazione naturale

Strettamente connesso al tema dell’illuminazione naturale, c’è quello della ventilazione naturale. L’aria fresca e pulita ossigena i tessuti e migliora la concentrazione 4 e riduce i fenomeni correlati alla “sick building syndrom” 5. Tra questi l’assenteismo e fenomeni di malessere determinati da cause non precisamente identificate, ma comunque correlate all’ambiente edificato.

La presenza del verde

Un altro aspetto fra i più graditi tra chi abita uno spazio lavorativo è la connessione con l’esterno dovuta alla presenza di verde. Del resto, è appurato che l’essere umano ha una spontanea tendenza e propensione verso la natura e che il contatto con gli spazi verdi. Studio dimostrano gli impatti positivi della presenza del verde sull’abbattimento dei livelli di stress 6 sulla concentrazione 7 e sulla memoria 8

Da un punto di vista progettuale, l’optimum sarebbe poter disporre di spazi verdi ricreativi di facile accessibilità rispetto all’ufficio. Un’area verde, un terrazzo o una corte piantumati, un giardino di inverno.

Non è ovviamente necessario che l’area sia molto estesa, ma che sia ben curata in termini di materiali e di scelta delle piantumazioni. Deve diventare insomma un luogo dove ricreare la mente, riposare gli occhi, ritrovare la serenità e la concentrazione. Dove la disponibilità di un’area è utopia, quali possono essere le alternative? 

Molto spesso dove non è possibile continuità tra interno ed esterno, il verde viene fatto gentilmente accomodare all’interno dell’ufficio. Ci sono diverse forme di arredi che integrano fioriere, composizioni verdi, pareti verdi.

Forse non basterà a portarci tutti i benefici che porterebbe un’area verde. Sicuramente sarà un essere vivente su cui puntare lo sguardo affaticato dal computer per ritrovare benessere visivo e mentale.

ufficio Evidence Based Design
Open space con arredo integrato per ospitare del verde in maniera permanente

Conclusioni

Il tema del benessere nello spazio lavorativo è un tema comune molto sentito. A maggior ragione in questo preciso momento storico. Il lavoro è spesso un crocevia di faticose dinamiche interpersonali e tecnologiche, relazionali, sociali e social. L’ambiente in cui vengono ospitate le attività lavorative gioca la sua parte e può essere attivamente d’aiuto. Favorisce il nostro lavoro e migliorare le nostre attività.

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  1. https://hbr.org/2018/09/the-1-office-perk-natural-light ↩︎
  2. https://news.feinberg.northwestern.edu/2014/08/12/zee-office-light/ ↩︎
  3. https://www.prnewswire.com/news-releases/study-natural-light-is-the-best-medicine-for-the-office-300590905.html ↩︎
  4. https://hbr.org/2017/03/research-stale-office-air-is-making-you-less-productive ↩︎
  5. United States Environmental Protection Agency Sick Building Syndrome, 1991 ↩︎
  6. Li Q. Effect of forest bathing trips on human immune function. Environ Health Prev Med 2009;15(1):9-17. [Full text] ↩︎
  7. Berto R. Exposure to restorative environments helps restore attentional capacity. J Environ Psychol 2005;25:249-259. [Full text] ↩︎
  8. Berman M, Kross E, Krpan K, et al. Interacting with nature improves cognition and affect for individuals with depression. J Affective Disorders 2012;140(3):300-305. [Full text] ↩︎

A presto!

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Arch. Elisa Alfonsi

Mi occupo di creare luoghi per il benessere, sia per il settore pubblico che nel settore privato, con focus in particolare in luoghi per l’ospitalità.

Credo fortemente nel senso di benessere che deriva dal trovarsi nel contesto adatto, in un luogo curato, in cui la bellezza si fonde con la funzionalità.

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