Premessa
Abbiamo visto nel precedente articolo alcune possibili postazioni per chi lavora da casa in modalità “light hardware”, ovvero con poca e agile strumentazione.
Ma per quei professionisti che lavorano stabilmente da casa o per chi necessita di uno spazio operativo capiente, è necessario fare altre considerazioni.
Se sei tra coloro che vivono l’home office come un ufficio fisso e desiderano una postazione che rimanga sempre stabile all’interno della propria abitazione, questo è l’articolo che fa per te!

Home office come spazio permanente in casa
Se l’home office rappresenta in tutto e per tutto il nostro luogo di lavoro, spesso il “piano di appoggio” su cui aprire saltuariamente il pc per poi richiuderlo all’occorrenza, non basta.
Serve un contesto più definito, caratterizzato da:
- una postazione più spaziosa (un piano di circa 120-180*60 cm)
- accessori fissi (una libreria, una cassettiera, illuminazione dedicata)
- una sedia ergonomica e adeguata a sostare per molte ore
Ciò che è più importante, però, è la capacità di creare uno spazio che sia adeguato e ci metta nelle condizioni di lavorare “come se fossimo in ufficio”.
Ci sarebbero una marea di considerazioni da esprimere sulle caratteristiche che favoriscono la nostra concentrazione (stay tuned: a breve ne parliamo!).
Per ora mi limito a dire che lavorare da casa è sicuramente più difficile che lavorare dall’ufficio, perché l’assetto promiscuo porta inevitabilmente maggiori distrazioni.
Ci sono case in cui è possibile avere una stanza tutta per sè: se è il vostro caso, anche se è piccola, credetemi, avete già vinto alla lotteria! Potete attrezzarla come volete e avere uno spazio che sia realmente tutto per voi (già poter chiudere la porta fa miracoli, almeno per quanto riguarda le incursioni familiari!).
In questo articolo mi concentrerò però soprattutto sugli home office permanenti che devono essere inseriti in stanze con altra destinazione o in zone di passaggio (corridoi e affini), selezionando per voi alcune soluzioni interessanti o accattivanti da replicare nella vostra abitazione.
Pronti?! Si parte!!

Home office in camera da letto
Requisito fondamentale: la camera deve essere abbastanza spaziosa per evitare conflitto fra zona riposo e zona studio.
I miei preferiti sono gli home office realizzati alle spalle del letto, che quindi deve essere spostato dalla parete di fondo circa 140 cm. Visto che il letto è lungo almeno 200 cm, lo spazio minimo in lunghezza della stanza, per muoversi agilmente, deve essere tra i 420 e i 440 cm. Avendo altri 30 cm in più si può pensare anche ad attrezzare il retro con una libreria o un mobile contenitore.

Le considerazioni in questo caso sono un po’ quelle che ho espresso parlando delle cabine armadio retroletto, con la differenza che la scrivania è un sistema leggero, che non necessita di essere chiuso alla vista, quindi non si ha la percezione di “spazio ridotto” che si avrebbe con una cabina armadio.
Inoltre, se il nostro lavoro non richiede un apparato hardware molto invadente, la scrivania sul retro del letto può anche diventare un sistema con la testiera o i comodini oppure essere punto di appoggio per scenografiche abat-jour.


Home office sottoscala
Non tutti i sottoscala si prestano bene a questo utilizzo perché molto dipende dalla pendenza della scala e dalla sua conformazione.
In generale, il piano di lavoro (che deve essere a circa 70/75 cm da terra) può innestarsi all’altezza del 4°/5° gradino, ma sappiamo già che ci vorranno altri 3-4 gradini per lavorare comodi e senza sbattere la testa sotto alla rampa.

Le soluzioni che preferisco sono quelle in cui la scala è divisa in più rampe perché permettono di inserire la scrivania vera e propria in corrispondenza della parte più alta, mentre nella zona più bassa può essere inserito un mobile contenitore o una libreria.

Considerato lo spazio un po’ compresso, grande attenzione deve essere data all’ordine, specie nella “parete triangolare” che si crea sotto la scala. Se con l’ordine fate ancora a botte, meglio non inserire alcuna mensola per non “cadere in tentazione” di riempirla con oggetti a caso. È preferibile a quel punto decorarla con qualche quadro o un rivestimento o un colore (ricordando comunque le regole pratiche della linearità visiva).


Home office alla prima e all’ultima rampa
La scala, come avrete capito, è una delle aree in cui l’home office si inserisce meglio. Oltre a quelle che abbiamo visto, consideriamo ora altre possibilità.
Se la scala è a due rampe adiacenti, lo spazio in corrispondenza della rampa più alta è utilissimo per ricavare un’area di studio permanente (magari con aggiunta di un piccolo ampliamento).

È molto utile anche la situazione opposta, ovvero quella che prevede di posizionare la scrivania sul punto di sbarco dell’ultima rampa: una soluzione che permette di utilizzare uno spazio che in genere rimane sottoutilizzato.
Se l’arrivo della scala coincide con un sottotetto, probabilmente avremo anche una bellissima illuminazione, in quanto spesso queste aree della casa sono dotate di finestre o di velux.

Home office in nicchia
Una nicchia in un muro può dare vita ad un vero e proprio piccolo ufficio ed essere un “elemento singolare” all’interno di uno spazio.
Ha inoltre un grande vantaggio: come il sottoscala, questi spazi “nicchia”, possono essere trattati come elementi diversi, magari anche dipinti con colori a contrasto o rivestiti con carta da parati. Quando la scrivania è rivolta verso la nicchia, dà a chi lavora effettivamente la sensazione di essere in un contesto separato rispetto al resto della stanza, quindi via libera alle scelte cromatiche, anche evidenti (pur nel rispetto delle regole della linearità visiva).

Home office in corridoio
Anche in questo caso la possibilità di disporre un home office permanente è legata soprattutto alla larghezza del corridoio.
Se considerate che il minimo sindacale per un passaggio è di 80 cm, tenendo conto che la scrivania ne occupa circa 60 cm, il corridoio deve essere almeno 150 cm (ovviamente auspicando che, essendo una zona di passaggio, si possa far convivere lo spazio della seduta con quello del passaggio retrostante).

Quelli che funzionano meglio sono gli home office che simulano dei cloffice, cioè sono inseriti in nicchie e chiusi da ante quando non utilizzati.

In alternativa, molto interessanti sono anche gli uffici che si trovano nel fondo del corridoio, purché, ovviamente, non ne ostruiscano il passaggio.
Il massimo dal mio punto di vista è quando il corridoio si conclude con una finestra e la scrivania diventa una postazione verso l’esterno.
Una vista verso ciò che è fuori (se l’esposizione alla luce è favorevole) è il modo migliore per lavorare sentendoci a contatto con l’ambiente esterno: del resto, anche se il mondo del lavoro ci ha condotto verso una dimensione di scrivania e ipertecnologica, la nostra natura umana continua a richiedere un approccio con il “mondo fuori”.
I benefici del lavorare a contatto con gli ambienti naturali sono dimostrati da numerosi studi (oltre a questo, di cui riporto il link, guardate la bibliografia) e poter beneficiare di una vista esterna è un vantaggio assolutamente da cogliere per favorire il nostro benessere psicofisico.
